Muri by Claude Quétel

Muri by Claude Quétel

autore:Claude Quétel [Quétel, Claude]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2019-03-22T23:00:00+00:00


La grande notte del Muro malato

In occasione della grande manifestazione di protesta del 7 ottobre si è evitato per un pelo il bagno di sangue, anche se subito dopo la STASI ha effettuato oltre mille arresti seguiti da interrogatori brutali. Tra il popolo della RDT, soprattutto giovani, e i vecchi cacicchi dell’apparato comunista il divorzio è completo. Erich Honecker, primo segretario del SED e capo dello Stato, ha settantasette anni. Totalmente avulso dalla realtà e convinto di essere ancora in piena guerra fredda, non si rende affatto conto della gravità della situazione, come del resto gli altri membri del Politburo. Eppure Gorbačëv, invitato il 7 ottobre alle manifestazioni ufficiali per il quarantesimo anniversario della RDT, ha tentato di metterlo in guardia: «So per esperienza personale che non bisogna arrivare troppo tardi» (frase peraltro ambigua rispetto alla sua situazione). Honecker si trattiene a stento dal rimbeccare quel «pivello di cinquantotto anni» che gli dà lezioni di comunismo.

Prima di riprendere l’aereo per Mosca Gorbačëv ha ripetuto davanti al Politburo i suoi avvertimenti e i suoi consigli di riforma politica, aggiungendo che Berlino deve risolvere da sé le proprie difficoltà, senza l’aiuto di Mosca. Honecker gli risponde di nuovo con un discorso talmente burocratico che uno dei collaboratori di Gorbačëv lo sente mormorare: «Il SED ha già perso il treno!» Mentre la delegazione sovietica se ne va, Erich Mielke, ottantadue anni, membro del Politburo e capo della STASI, se ne esce con una frase illuminante: «Adesso basta filantropia!»

Il movimento protestatario continua comunque. L’epicentro è Lipsia, la seconda città del paese. Le preghiere per la pace nella chiesa di San Nicola si sono trasformate, dal settembre 1989, in «manifestazioni del lunedì» al grido di «Wir sind das Volk!» (Noi siamo il popolo). Il 18 ottobre Honecker è costretto a dare le dimissioni «per motivi di salute». Lo sostituisce Egon Krenz, suo delfino, ma anche capo della cospirazione burocratica contro di lui, continuando però a concentrare tutto il potere nelle sue mani. I contestatari non si lasciano ingannare e scandiscono: «Krenz! Noi siamo la concorrenza!»

Il 27 ottobre, a meno di due anni dal suo scioglimento, il patto di Varsavia compie l’ultimo strappo dalla dottrina Brežnev riconoscendo a ogni Stato membro il diritto di decidere liberamente la propria politica. È questa la vera data di inizio dell’«autunno dei popoli». Le democrazie popolari, assetate di riforme, non devono più temere l’arrivo dei carri armati sovietici. Ma la RDT non sembra disposta a intraprendere la via delle riforme. Quello stesso 27 ottobre viene tuttavia proclamata un’amnistia generale per tutti i condannati che hanno oltrepassato o tentato di oltrepassare la frontiera: duemila di questi ultimi potranno lasciare il carcere.

La questione delle partenze dalla RDT e quella del Muro continuano quindi a rappresentare una preoccupazione primaria. Il Muro, soprattutto, è al centro dell’attenzione. Come ha detto George Bush a Helmut Kohl nel mese di maggio: «Questo muro è un monumento al fallimento del comunismo». In ottobre sono fuggiti dal loro paese 50000 tedeschi dell’Est, 340000 dall’inizio dell’anno. Tanti quanti in ventisette anni, dalla costruzione del Muro in poi.



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